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Motivo comune a tutta l'arte neoclassica è la critica, che diventa condanna dell'arte immediatamente precedente il Barocco e il Rococò. Si condannano gli "eccessi" sregolati, l'abbandono dell'arte all'estro dell'immaginazione, a cui corrisponde il virtuosismo tecnico che "eseguisce" tutto ciò che s'immagina. La critica del Barocco è antica quanto il Barocco: la tensione morale del Caravaggio contrasta alla sciolta immaginativa di Annibale Carracci; il classicismo severo di Poussin e di Philippe de Champaigne riflette il rigore di un cattolicesimo quasi giansenista contrapposto alla pompa mondana della Curia romana; la stessa esigenza di castigatezza espressiva si prolunga in Subleyras e nel Benefial. La cultura barocca è l'ultima cultura classica: i critici del. Barocco vogliono correggere l'esagerazione e la deformazione del classicismo, separare il classicismo-teoria dal classicismo-immaginazione.